CASELLI 1112
QUESTA NON È UNA PIPA

Da tavolini in cartone a sgabelli di cera. A metà tra mobili e sculture, le creazioni esposte alla galleria milanese Caselli 11-12 innescano un cortocircuito tra forma, funzione e materia nella sfera del collectible design.

La pratica della simulazione è spesso associata alla realtà videoludica. E non potrebbe essere più lontana dal mondo della matericità artigianale, cui spesso si accostano significati di autenticità e verità. Ma se anche le materie prime al loro stato più grezzo sapessero mentire? Se fossero in grado di dissimulare la loro stessa natura? La composizione organica della materia, con i suoi attributi di fragilità tattile – pensiamo al vetro – o di forza bruta – il cemento –, sono al centro di un’indagine sul collectible design che sfuma i contorni tra mobile e scultura. Dopo il successo della prima edizione, infatti, la galleria milanese Caselli 11–12 apre al pubblico per tutto il mese di giugno Makers 2, il secondo episodio del ciclo di mostre dedicato alle pratiche emergenti del design contemporaneo.

 

Flexible Formwork Concrete Bench

 

I muri scrostati della galleria in Piazzale Principessa Clotilde fanno da sfondo a una materioteca di forme dai margini scontornati, meteoriti rocciosi, protuberanze vulcaniche erose dal vento e dalla polvere i cui solchi carsici sembrano retrodatare gli oggetti a reperti storici millenari e non a recenti installazioni site specific. Gli alchimisti e i direttori d’orchestra delle realizzazioni esposte si raggruppano in un collettivo di 39 designer, architetti e artisti che esplora prospettive inedite sul concetto di creazione, lavorando con materiali classici come ceramica, vetro, argilla, pietra e me­tallo, giustapposti a tecniche ibride, tra cui figurano latte, uova, carta, cemento e cera.

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